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Don Luciano Sarti

 

Budrio, 15/12/1910 - Castel San Pietro, 25 aprile 1987

 

Apertura del processo di beatificazione di don Luciano Sarti 
Giovedì 17 maggio 2007, nella cattedrale di San Pietro a Bologna, il Cardinale Arcivescovo Carlo Cafarra davanti alla immagine della Madonna di S. Luca, alla presenza dei Sacerdoti della Diocesi, ha dato inizio ufficialmente al "Processo diocesano per la Beatificazione di Don Luciano Sarti" già Rettore del Santuario della Madonna di Poggio di Castel San Pietro.

La parola del Cardinale Arcivescovo Carlo Caffarra 
Nella Proposta di Vita Spirituale per i presbiteri diocesani [a cura del Cons. Presbiterale] è scritto: "Insieme alla Madre di Dio ognuno di noi è chiamato a guardare alle figure sacerdotali eminenti della storia della Chiesa e in particolare a quelle del presbiterio diocesano, che col loro esempio e la loro intercessione costituiscono una vera scuola di santità e un forte motivo di identità, ispirazione e incoraggiamento tra le fatiche e le sfide del ministero" [§ 37, pag. 31].
Questo testo ci aiuta a capire il senso profondo dell’atto canonico che stiamo compiendo. La Chiesa inizia oggi a verificare se don Luciano Sartiha vissuto la sua sequela di Cristo in una forma tale da meritare di essere "canonizzata": proposta cioè come regola e via di vita: "motivo di identità, ispirazione e incoraggiamento" per noi pastori.
È un atto ecclesiale che stiamo compiendo, nel senso rigorosamente teologico del termine. Non solo per la ragione che inizia un giudizio sulla vita e sulla persona di un sacerdote, che è di esclusiva competenza dell’autorità ecclesiale. Ma direi ancora di più per la ragione che la nostra santa Chiesa di Bologna, nella quale è presente ed agisce la Chiesa di Cristo, verificherà se in don Luciano essa si "ritrova" nella sua propria identità; se in don Luciano essa trova canonicamente incarnato il santo ministero pastorale.
La nostra dedicazione alla Chiesa di Dio in Bologna non è un dettaglio periferico alla nostra auto-coscienza. Essa definisce la nostra identità; è il contenuto completo della nostra auto-coscienza sacerdotale. Noi non ci apparteniamo più: apparteniamo a questa Chiesa. Essa, come ogni Chiesa particolare, incarna il Corpo mistico di Cristo in mezzo al nostro popolo, dentro alla sua storia.
Vogliamo sperare che la Chiesa ci doni in don Luciano una delle "figure esemplari" di questo mirabile e misterioso farsi carne del Vangelo nella carne del nostro popolo attraverso la mediazione del ministero apostolico.
Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ha voluto fossimo testimoni di questo evento.

 

Chi fu Don Luciano Sarti? 

E' abbastanza semplice riassumere la sua biografia. Non ci sono nella sua vita eventi straordinari agli occhi del mondo. 
Nacque il 15 dicembre 1910 a Budrio. Il giorno seguente con il Battesimo celebrato nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo la sua vita fu immersa nel mistero pasquale del Signore Gesù per riemergere nella vita nuova del Risorto.
Famiglia povera, dove non manca la sofferenza: Luciano ha solo sette anni quando il suo papà muore sul fronte del Grappa dopo essere scampato alla disfatta di Caporetto.
Nel 1918 Luciano viene segnato con il sigillo dello Spirito nella Cresima e si accosta all'Eucaristia.
In seguito sua madre si risposa con Luigi Cavina e si trasferisce in una casa più agevole.
All'età di 14 anni Luciano chiede ed ottiene di entrare in Seminario a Bologna: il rettore è Mons. Marcello Mimmi (che diventerà in seguito Vescovo di Crema e poi di Bari e Napoli, per approdare al Dicastero romano dei Vescovi); direttore spirituale è don Cesare Sarti, figura di grande rilievo nella formazione spirituale di generazioni di preti bolognesi.
Intanto cominciano a manifestarsi sintomi di una salute cagionevole che sarà una caratteristica essenziale in tutta la vita di don Luciano: prima una flebite, poi una pleurite che sfocia in gravi problemi polmonari: sono innumerevoli i ricoveri ospedalieri: nel 1932, nel 1933, nel 1937, nel 1941, nel 1946, nel 1949 fino alla tarda maturità. Non una volta sola si teme per la sua vita; gli si somministra ripetutamente l'Unzione degli infermi. Addirittura si pensa di anticipare la sua Ordinazione Sacerdotale, nel timore che non possa arrivare alla data prevista.
Il 22 dicembre 1934 è diacono; il 6 aprile 1935 viene ordinato prete dall'Arcivescovo Cardinale Nasalli Rocca. La sua prima Messa solenne sarà celebrata la Domenica di Passione nella parrocchia di Medicina il giorno successivo all'ordinazione. 
Nel 1939, anche a causa della sua salute precaria, viene nominato rettore del Santuario della Madonna del Poggio, in comune di Castel San Pietro. Vi rimarrà per 48 anni, fino alla morte. Ma quel piccolo Santuario, in periferia della Diocesi di Bologna, diventerà presto un centro di irradiazione spirituale strordinaria per moltissime persone, di ogni categoria, di ogni provenienza spirituale: sacerdoti e vescovi, religiosi e religiose, laici uomini e donne di ogni situazione hanno affollato il suo confessionale, hanno sentito l'esigenza di ascoltare quel povero prete e di pregare con lui, sotto lo sguardo materno della Madonna del Poggio.
Morì sofferente e sereno nell'Ospedale di Castel San Pietro il 25 aprile 1987.


Il ricordo di don Luciano permane
Ammonisce la lettera agli ebrei:
« Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunziato la Parola di Dio: considerando attentamente l'esito del loro tenore di vita, imitatene la fede. Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre » (13,7-8)
Il "ricordarsi" è correlato alla considerazione attenta del cammino di una vita per arrivare alla imitazione della fede. Non si tratta di un puro ricordo psicologico, ma la Chiesa fa memoria, è memoria viva dei doni che Dio fa nella storia inviando i suoi servi per annunciare e testimoniare la bellezza e la fecondità della Parola di Dio.
Una "perla", tra le altre, del suo testamento -...tutto quello che è mio personale, vestiti o indumenti, vadano per i poveri -. »

 

"Don Luciano Sarti - Icona delle beatitudini evangeliche"
Don Alberto Di Chio

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